Nel 1989, in occasione del bicentenario della nascita di Don Nicola Mazza le autorita’ vaticane hanno permesso l’esposizione del capolavoro “Paramento in quarto” e di altri manufatti di alto prestigio presso la sala maffeiana del Teatro Filarmonico.

Promossa dal Comune e dalla Cassa di Risparmio di Verona Vicenza e Belluno, la manifestazione, durata un mese, ha permesso alla citta’ di rendersi conto del valore di queste opere che per imponenza e qualita’ di esecuzione portano a fare dei confronti con gli indumenti sacri e le vesti dei grandi signori medioevali prodotti da botteghe artigiane.

Nello stesso anno fu riaperta la scuola di ricamo e vennero allestite le sale museali che oltre alle opere esposte raccolgono un ricco archivio con disegni, cartoni, registri che testimoniano e documentano l’autenticita’ dei capolavori esposti.

PRODUZIONE DELLA SETA

I lavori che venivano eseguiti con la seta, tinta con colori vegetali, dovevano vincere premi internazionali o essere inviati alle corti imperiali per ottenere riconoscimenti anche di ordine economico, per sostenere il mantenimento delle giovani che erano ospitate nell’istituto fino alla maggiore eta’.
 
Nelle foto sono raffigurate delle matassine di seta, conservate nel museo di ricamo Don Mazza, fra le numerose conservate nell’archivio dell’istituto.

 

Un paragrafo a se’ merita la creazione di una filanda che, con i suoi cento fornelli, era la piu’ grande della citta’ e forse di tutto il territorio veronese.
Per arrivare alla realizzazione delle opere d’arte che possiamo ammirare (la piu’ importante e’ il “Paramento in Quarto” conservato oggi in Vaticano) Don Mazza sceglieva i semi e le foglie di gelso perche’ il baco producesse seta resistente.
Al processo di produzione della seta seguiva la tintura con colori vegetali e sfumature finalizzate allo scopo del progetto da eseguire.

FILO…PROMESSA DI BELLEZZA”

In via Nicola Mazza 14 sono esposti anche i disegni preparatori del prezioso paramento in quarto di Don Mazza, un capolavoro dell’arte veronese. Ricamato in sete policrome, il paramento che raffigura episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento fu regalato dall’Imperatore Ferdinando I d’Asburgo a papa Pio IX nel 1862 ed esposto al pubblico sino al 1870.

A ideare questo capolavoro fu l’esigenza di dimostrare le capacita’ imprenditoriali e artistiche dell’istituto Don Mazza. A tale scopo per 10 anni ben 15 ricamatrici si alternarono per portare a termine quest’opera e trasformarono il manufatto da prodotto artigianale e prodotto artistico.

Oggi e’ conservato in vetrine nella sacrestia Cappella Sistina.

Qui sopra raffigurata una prova di ricamo, particolare che si trova inserito nel quadro di Davide sul lembo sinistro del Piviale.Dal 10 maggio scorso fino all’8 ottobre 2018, il Paramento di Don Mazza e’ rimasto esposto al Metropolitan Museum of Art di New York, nell’ambito dei Heavenly Bodies: Fashion and the Catholic Imagination (Corpi celesti: la moda e l’immaginazione cattolica) una mostra che intende far dialogare sacro e profano, moda e paramenti sacri. Centocinquanta abiti saranno esposti tra l’Anna Wintour Costume Center e la galleria Medievale del Met in Fifth Avenue. I 40 paramenti sacri mai usciti dalle sacrestie della Cappella Sistina sono esposti nei Met Cloister, ala separata del museo che prende cinque antichi chiostri disseminati nell’Upper Manhattan.

INSIEME PER VALORIZZARE E CONDIVIDERE LA STORIA DI UNA COMUNITA’

I progetti, che Don Mazza e’ riuscito a realizzare arrivando a livelli eccellenti, sono produzione della seta tinta con colori vegetali, la lavorazione in bianco, seta e oro e la produzione di fiori artificiali in seta.

La famiglia Brenzoni ha recentemente donato al museo dell’Arte del Ricamo di Don Nicola Mazza, due palme di fiori di seta, acquistate nell’Ottocento dal laboratorio di Don Mazza Verona. I due capolavori del 1887 occupano la vetrina dedicata a quest’arte dove e’ esposto un vaso con la pianta di Camelia del 1854 i cui fiori sono stati realizzati con i bozzoli tagliati per far uscire la farfalla che depositava le uova.
Nel ringraziare la Prof. Doretta D’Avanzo Poli, che ha contribuito con i suoi studi alla qualificazione delle opere d’arte esposte nel museo di ricamo di Don Nicola Mazza a Verona, si ricorda che il musero e’ visitabile previa telefonata allo 045 800 71 14 o scrivendo una email a teresazaja@gmail.com.

 

 

 

 

“Sala dedicata a ricordo di tutte le Cooperatrici della Carità di Don Nicola Mazza nel Bicentenario della nascita del fondatore”. Attraverso la raccolta di ricami, disegni, materiale dell’antica scuola di ricamo, del laboratorio per i fiori artificiali, della filanda, documentazione sulla presenza delle “morette” e del loro inserimento, diplomi e medaglie di benemerenze si può illustrare tutta la storia dell’Istituto Femminile e del quartiere di Veronetta.

Una relazione autografa di Don Mazza del luglio 1842 illustra la presenza di tre laboratori nell’istituto: un laboratorio di ricamo in seta, oro, argento in bianco; un secondo di fiori artificiali; un terzo di “allevar bachi da seta, filar seta lavorare e tinger seta”. Fino al 1960 ebbe fama di scuola accurata ad altissimo livello; ha prodotto capolavori ed arricchito famiglie nobili e borghesi con corredi preziosi.

Oltre al museo sono presenti altre 2 stanze museali nelle quali sono esposti esempi di esecuzione di ricami dei primi del 900 e i campionari delle tecniche e strumenti che venivano utilizzati.

Tutto cio’ e’ arte ad alto livello per ragioni non solo tecniche e culturali, ma anche di promozione umana e, in questo caso, femminile, dove la dignita’ della persona e’ stata messa in primo piano. Don Mazza guardava oltre quel paraocchi del perbenismo che sfocia nell’ipocrisia: vale la persona con il suo impegno di tirar fuori il meglio di se’, che capisce che l’educazione al bello stimola progetti positivi, che trasmette e si impegna a condividere quel patrimonio che ha ereditato dalla tradizione, culla del nostro sapere, che dobbiamo rileggere in chiave moderna, ma mai da accantonare.

Il Museo del Ricamo di Don Nicola Mazza e’ stato inserito nel progetto Donne & Comunita’ di geapolis  che ha lo scopo di raccogliere, riorganizzare, conservare e facilitare la conoscenza attraverso il web.